“Laboratorio”, ovvero uno spazio comune o privato dove gli artisti creano, studiano e sperimentano nuove tecniche e idee… Termine quanto mai azzeccato nell’accezione che ne vuole dare il nuovo D’Agostini Lab che aprirà i battenti prima del nuovo anno.
Intervista tratta da SUONO, Novembre 2020
di Paolo Corciulo
Ben radicato nel tessuto sociale della capitale e giunto alla terza generazione di titolari, oggi incarnati da Alessandro, l’ancora giovane ultimogenito, Hi-Fi D’Agostini alza ogni mattina le serrande dal 1967, alle quali si sono aggiunte recentemente ma con grande impegno le serrande metaforiche di una attività in rete che travalica, con podcast, offerte e quant’altro, la semplice gestione di un sito, che pure c’è ed è ben fatto e tenuto. Eppure, nonostante questo, il celebre negozio romano in piena era Covid ha sentito l’esigenza di allargare la sua attività non-virtuale, progettando l’apertura di un secondo punto vendita in un’altra area della città.
Quali le ragioni della “balzana” idea? E quali le modalità con cui muoversi all’interno della filiera di vendita per offrire modalità che non siano l’eterno ripetersi di se stessi? Niente di meglio che chiederlo al diretto interessato…
Come vi è venuto in mente in questo momento di aprire un negozio Hi-Fi, in generale, e in particolare a Roma dove già avete un punto vendita?
Per prima cosa voglio chiarire che la nuova realtà che stiamo allestendo non è il classico punto vendita di prodotti Hi-Fi ma concept store che avrà come punto focale il prodotto Hi-Fi. L’obiettivo è infatti quello di allestire un’esperienza fatta di esplorazione e scoperta sia attraverso la varietà e la qualità dei prodotti esposti che passando attraverso il design stesso dell’ambiente. L’idea è quella di spingere il mercato e il consumatore nella modernità, rinnovando le modalità della proposta, incoraggiando scelte consapevoli con una vista diretta sul prodotto e sul produttore. Metteremo a disposizione dei nostri clienti ampi spazi per visione e ascolto con le nostre sale e un auditorium. Lo stesso luogo destinato alla visione e all’ascolto dei prodotti Hi-Fi potranno diventare i luoghi di incontro, con organizzazione di eventi a tema. Grazie anche alla sinergia con gli altri nostri partner il cliente sarà in grado di armonizzare le scelte tecniche più adatte a lui, con il gusto estetico ed architettonico e con soluzioni all’avanguardia per la gestione degli impianti. L’obiettivo è comunque quello di incrementare il numero dei visitatori e aumentare la loro permanenza all’interno del punto vendita. Il termine “concept store” e il nome della nuova sede “D’Agostini Lab” non sono utilizzati a caso per dare un senso di modernità o infilarci un termine in inglese: la nuova sede sarà un incontro di più partner che, in una fucina di professionisti, mettono a disposizione attraverso delle experience room il loro sapere. Oltre noi interverrà lo studio di architettura “studio ICS” e dei partner che forniranno materiali esclusivi. Le sale, quindi, andranno da porte acustiche realizzate da un nostro falegname passando per rivestimenti, illuminazione e arredamenti made in Italy, fino ad arrivare a prodotti studiati per l’ambiente. Sale acustiche create ex novo con avanzate tecniche di isolamento per le pareti, con l’aiuto anche di un’importante azienda di pannelli acustici. Un elemento molto importante sarà anche la partecipazione diretta delle aziende che, verticalmente con l’intera linea di prodotto, parteciperanno attivamente per dare tutte le sicurezze e le scelte che un cliente ricerca.
Come vedi l’evoluzione del mercato in questa fase, a mio parere, di estrema debolezza degli elementi della filiera?
Stiamo cominciando a esplorare nuovi canali di comunicazione e conoscenza di prodotti e produttori, andando a visitarli nei luoghi di produzione, scambiando con loro informazioni circa il loro lavoro di ricerca di dispositivi sempre più performanti e la nostra esperienza delle dinamiche del mercato al dettaglio. Grazie anche alla disponibilità e competenza dei nostri distributori nazionali riusciamo così a selezionare i migliori prodotti per il nostro mercato, ottenendo allo stesso tempo una economia di scala i cui primi beneficiari saranno i nostri clienti. Per quanto sarà un concept store moderno, non tradiremo mai la nostra linea guida basata sulla professionalità. Per quanto oggi internet possa essere una grande risorsa, può anche essere molto pericoloso a causa dalla costruzione di falsi miti e narratori improvvisati. La professionalità non passerà mai di moda e sarà sempre un elemento distintivo, motivo per il quale, in momenti di instabilità, bisogna comunicare seriamente e rassicurare l’utente finale. È una evoluzione che esiste da sempre e sempre così sarà.
Il consumatore finale mi sembra piuttosto conservatore nelle sue scelte mentre nuove istanze e modalità dell’ascolto della musica si sono ritagliate un grande spazio. Da giovane, pensi che esista uno spazio per un messaggio di modernità tecnologica e verso chi andrebbe rivolto? In altre parole: ti sembra che anche i giovani approdino all’alta fedeltà e se no, come si potrebbero avvicinare?
Si tratta di un grande vuoto lasciato da noi operatori del settore. Oggi i giovani hanno accesso a un catalogo musicale infinitamente vasto con una facilità di fruizione incredibile. Siamo stati abituati a un mercato in cui noi operatori dettavamo le regole ma oggi, con la globalizzazione, il processo si è completamente capovolto e ancora non lo abbiamo capito. Ma la storia ci insegna che il giovane è curioso, è sognatore, è appassionato e la musica non può e non passerà mai di moda, e con essa la sua riproduzione. Sta a noi creare esperienze di ascolto, far appassionare, creare emozioni e avremo un mercato così vasto che probabilmente non immaginiamo nemmeno.
Tu sei molto attivo sul web e mi domando se hai un positivo riscontro per l’attività di vendita nell’uso dei social network e, in genere, dei nuovi media. Inoltre ti chiedo: è possibile, soprattutto in ragione di un punto vendita nuovo che nasce oggi nel 2020, utilizzare forme di comunicazione e vendita frutto di un mix tra l’elemento fisico e quello virtuale?
Iniziata prima timidamente e ora ampliatasi a diverse iniziative, la nostra esperienza dell’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione e vendita attraverso i canali del web ci ha dato riscontri positivi. Sicuramente il mix tra l’elemento fisico e quello virtuale è uno dei nodi centrali dello sviluppo del concept store che stiamo per inaugurare. Non potremo mai sostituire l’esperienza dell’ascolto diretto – che noi saremo in grado di offrire in ambienti allestiti con materiali altamente specializzati come pochi oggi possono vantare – che resterà un’esperienza unica. Sicuramente il web ci consentirà di avere un contatto costante e diretto con la nostra clientela. Noi siamo pronti a entrare nel futuro, e siamo pronti a offrire a tutti gli appassionati l’esperienza che abbiamo immaginato. Motivo per cui rafforzeremo molto di più la comunicazione, in particolar modo attraverso i social, anche con l’aiuto delle nostre aziende partner, con una comunicazione condivisa sulla base del design, della qualità e dell’esclusività, non necessariamente incentrata sul lusso.
Se lo streaming e il downloading sono in qualche modo entrati nelle consuetudini degli audiofili, per i DSP c’è una grande resistenza. Che esperienze hai con Anthem, Lungdorfs, Trinnov, etc.?
Credo che anche questo concetto non sia mai stato comunicato nella maniera giusta. Non possiamo pretendere di far capire e vendere tramite un catalogo un prodotto. Due delle nostre sale saranno proprio incentrate anche sul multicanale sia da incasso sia esterno. La sala Auditorium più grande ospiterà un sistema 13.2 proprio con processore Lyngdorf e diffusori da incasso (con la possibilità di passare a diffusori tradizionali). La seconda sala sarà un 11.2 canali con Anthem, anch’essa con diffusori da incasso e classici esterni, coadiuvati dal video e automatizzati tramite un sistema di Domotica Crestron che gestirà tutto, illuminazione e climatizzazione compresa.
Grazie a Suono.it per l’intervista.